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mercoledì 31 dicembre 2014

Tra un'ora


È stato un anno strano. Durante il quale ho imparato alcune cose e, di certo, me ne sono fatta sfuggire migliaia. Un anno di passaggio, fatto di bandiere che garrivano al vento e banderuole piene di fiato. Di parole nuove e cancrene. 
Topodimamma ha voluto sapere - per bene, 'stavolta - come nascono i bambini e ha scoperto il piacere di dire "delizioso".
Ho finito il romanzo. Be', due delle tre versioni quasi definitive. 
Papàditopo ha sorriso spesso, inventato nuovi giochi, portato a casa una mostra difficile.

Ma il Cane A Forma Di Cane (che poi è una cagna) si è ammalato. Oggi la veterinaria (benedetta donna, che suona al campanello il 31 dicembre) ci ha detto che resterà abbastanza in forze per non più di quattro, cinque mesi. E io mi sento già male.
Sono affondate navi, scomparsi aerei, scoppiate epidemie, esplose nuove guerre.
Ho perso fiducia nei lavoratori, fiaccati dalle minacce, dall'inedia, dall'accidia, da portatori insani di camicie bianche e dalle odi al proprio deretano.

Ma ho guadagnato alcuni amici. Altri mi hanno stupito. Altri, qualche volta, addirittura commosso.
Ho mangiato caramelle, fumato a tradimento, sperato di farcela.

Non amo i bilanci, ma ne stilo continuamente.
Non amo il servilismo, ma vi assisto. Ringhiando, magari. Ma a che serve?
Non amo le sconfitte, ma so essere indulgente con la mia fallibilità. Quasi sempre. Spesso. D'accordo: qualche volta (e non se ne parli più).
È stato un anno strano. Sospeso. Forse l'ha deciso Saturno. O la mia indolenza.

Ho la sensazione che, tra un'ora, si affaccerà un anno diverso. Dispari e fertile. E io ci sarò.
Ancora viva.

Dispari e fertile.
Dispari e fertile.
Dispari e fertile.