non leggere









giovedì 22 novembre 2012

Carte... scoperte




Suona il telefono. Rispondo. È mio padre. 
Come stai? E il lavoro? E l’acqua, è ancora alta? Certo che i politici son tutti ladri... l’hai sentita l’ultima? 
Chiacchiere sul quotidiano. Il piccolo sta disegnando sul tavolo della sala. Qualche dinosauro “con il pippi”, probabilmente, ché in questo periodo vanno via come il pane. Io sono in cucina. Faccio conca con la spalla per accogliere la cornetta, finché la cicca non è accesa e il fumo esce, placido, oltre la porta che dà sull’orto.
Sento alcuni rumori, di là. La sedia alta di legno che si sposta, piccoli passetti in fuga, la porta del bagno che si apre. Poi acqua che scorre.
Alcuni minuti dopo, la porta sbatte, la luce del corridoio fa click, i passetti si avvicinano. Topodimamma sbuca all’improvviso, con lo sguardo fiero e l’occhio vispo: «Mamma! Ho fatto la cacca! Ma sono stato bravissimo, e mi sono pulito da solo!».
Giubilo! Orgoglio! Stupore! E panico...
«Ehm, amore! Sei stato davvero un fenomeno, ma cosa ne dici se diamo una controllata, laggiù, per vedere se è proprio tutto pulito-pulito?»
Mio padre, in presa diretta sull’evento, se la ride in viva-voce. 
Tornati in bagno, inizio a ispezionare la zona dell’ipotetico patatrack. Ma non ci sono tracce di disastro! Solo una pallina di carta igienica, rimasta intrappolata in quel compatto, adorabile paio di chiappette. Il Topo la estrae bellamente, solleva il braccio in alto ed esplode: «Nonno, guarda qui! È solo una pallina! Hai visto che sono stato bravissimo?!»
Eh, potere del viva-voce: materializza il senso della vista anche senza video-telefono.
Mio padre si sganascia fino alla tosse. 
«Ma allora, furbetto, dov’era, ‘sta pallina?»
«Ma dài, nonno! Nel culo, no?!»
Ecco. Avrei dovuto cedere alla pigrizia, astenermi dal realismo e insegnare a mio figlio che, quello che ha lì dietro, si chiama “sederino”.
E comunque, sederino o culo che sia, è ben aggrappato a una struttura ossea solida e flessibile. E lunga. Lunghissima. Mi è cresciuto sotto il naso. 
E sì, accidenti! È bravissimo.