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giovedì 4 ottobre 2012

Autumn leaves




L’altro ieri ho comprato i primi cachi. Sguardo al calendario: ottobre. 
È che i ritmi frenetici, le telefonate ferali - raccolte e mancate, i temporali nostalgici e le maniche corte mi avevano distratto. Per carità, l’orecchio già da un po’ poteva dirsi orfano di risate cristalline tutte alito e anguria, del tintinnar di palette e secchielli, di cocchi strillati e brrrip-brrrop di braccioli sdrucciolevoli. Ma me ne stavo lì, ad attraversare le giornate con il foglio dei turni appeso al frigo, i soliti pantaloni addosso, la lista della spesa nella tasca esterna della borsa.
Poi ho riposto i sandali e le scarpe di corda, in favore di calzature chiuse e gommate; ho sfilato dall’armadio la giacca di pelle; ho guardato il cielo abbassarsi, scuro e stellato dall’ora del tè. E oh! Quelle maledette foglie! Rosso, marrone, giallo, arancione... Avrei dovuto capire, no?!
Niente. Non pensavo a niente. Testa svaporata e quotidianità da allestire.
Stamane, lo schiaffo.
“Fa’ colazione!-scappa pipì?-dài, co’sti denti!-lo zainetto è sulla sedia-papà ha già i piedi nelle scarpe...-lo so che c’hai sonno-infila il giubbino!-andiamo con il monopattino?-presto, ch’è tardi!”. Poi, la porta d’ingresso: scatto della serratura, lamento dei cardini, swosh del para-spifferi, luce.
Luce bianca. Diffusa. Lattiginosa. Umida.
«Mamma! Perché c’è la nebbia, stamattina?»
«Amore, dobbiamo farcene una ragione, temo. Siamo in autunno!»
«E perché?»
«Perché tutte le cose finiscono, prima o poi...»
«Come la marmellata?»
«Esatto. Ehi! Corri più vicino al muro, ché non ho voglia di venire a pescarti dal canale!»
«Ma tanto è bassa!»
È vero. Lo scirocco non si è ancora fatto vivo. Salvi dall’acqua alta! Per ora, almeno.
«Nano! Vi-ci-no al mu-ro! Insomma, come te lo devo dire?!»
«In turco, mamma?»

Eh. Mi sa che devo rimettere in moto il cervello. E starci attenta - mannaggia a me! - con ‘sto vizio delle frasi fatte.

4 commenti:

  1. La prima cosa che mi ha meravigliato stamattina. Per me la giornata comincia bene. E il "nano" la sa lunga.

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  2. Io non amo la nebbia, perché è il La del prossimo freddo... ma è servita, oggi! Il Nano è sempre "avanti", accipicchia! Con il monopattino o senza! :)

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  3. Anche la mamma la sa lunga. Ci racconta un fatto "banale" come il più straordinario degli eventi.
    Sono troppo ripetitiva se ti dico 'Quanto sei brava!'?
    Vabbè, ormai... ;)))

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  4. Scrivi molto bene, è vero. E' molto piacevole leggerti.

    (proseguo a curiosare tra i tuoi post...)

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