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lunedì 20 febbraio 2012

Tre anni


Gli davano acqua e zucchero. Avrebbe un nome assai più scientifico, in realtà, ma resta sempre acqua e zucchero. Nel nido di un ospedale come il nostro, di neonati ce ne sono una ventina, mediamente, ogni giorno. E ogni notte. Lui si svegliava, magari dava un po’ di fiato ai polmoni, e loro gli ficcavano in bocca un succhiotto stracarico di quella roba. Ciucciava, a occhi sgranati. Al mattino me lo portavano. Dormiva. Stanco morto. Mi dicevano “Ehi, su! Lo svegli, ché deve mangiare! Ha preso solo venti grammi, all’ultima poppata!”. Seno dolente. Enorme. Di marmo. Tutto latte e preghiere. “Io ci provo, a svegliarlo, ma non c’è verso! Ma dorme, di notte?” Non rispondevano. Mai. Indaffarate come servette invise al padrone, le infermiere fuggivano oltre la soglia della stanza. 
“Vuoi dormire? E va bene, fallo, tesoro mio. Mangerai quando saremo a casa”. Lo appoggiavo sul petto e lo ascoltavo respirare e mugugnare; piano piano, come se servisse a chiarire che, qui fuori, ce n’era davvero un po’ troppa, di luce. E freddo. E cheppallestirumori. 
A casa, niente acqua e zucchero, solo allattamento da record: un’abbuffata ogni quarantacinque minuti. Poi, rutto strabiliante e pisolino. 
Profumava. Un odore impossibile da descrivere. Una spremuta di paradiso, più o meno.

Sono passati tre anni. Ieri ha spento le candeline. È alto un metro e rotti. Ama la musica e ha un incredibile senso del ritmo. È intelligente, gioioso e curioso da pazzi. Dorme quanto deve, anche se preferirebbe rimanere sveglio. Mica ci si può perdere questa enorme, strana faccenda chiamata mondo, no?! Lo imploriamo di tacere, per dieci secondi, una tantum. Non lo fa. I timpani, stizziti, ricordano le antiche ore di silenzio. Tutto il resto, invece, è anima in festa. 

4 commenti:

  1. Non vale, Mario a tre anni è alto quasi come me. La vita, a volte, è ingiusta. Però sarei ancora in grado di cullarlo e di cantargli una canzoncina, mamma Alessandra permettendo. Oggi ho il cuore in affanno e tu lo hai consolato. Un po'.

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  2. Hai carta bianca, quanto a canzoncineria e tutto il resto! Ma ti acchiappo, per quel cuore in affanno...

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  3. Non serve essere genitori per sentire la vita che straripa da questo pezzo. Bello!
    (ed è vero, i neonati hanno quel profumo indescrivibile e irriproducibile!) :)

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  4. "Dorme quanto deve, anche se preferirebbe rimanere sveglio. Mica ci si può perdere questa enorme, strana faccenda chiamata mondo, no?!"

    ... e il mondo vuole certo perdersi il piccolo Mario, salvo quando vuole giocare a nascondino insieme a lui :)
    Auguroni, Mario e bravissima la mamma :)

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