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giovedì 14 marzo 2013

Guru




Mi si è aperto un mondo: un sostantivo, un aggettivo stropicciato, e i miei piedi virtuali fermi lì, a un millimetro dal baratro. Chrome, poi Google, click sulla banda di ricerca, “frasi+motivazionali”, enter. 
Ah, però! Siti specifici, testi acrobatici, sguardi magnetici a profusione. Chi l’avrebbe mai detto?! Ci sono un sacco di illuminati che, per professione, fanno i life-coach (eh?!), i guru-telematici, i consiglieri delle dive. Pare anche che guadagnino dignitosamente, questi strani personaggi. Be’, d’accordo, “dignitosamente” non è l’avverbio più consono alle suddette attività, ma chiudetelo, quell’occhio bizzoso!
Un tizio, per farla breve, dopo aver passato buona parte del proprio tempo a spulciare raccolte di aforismi, aver effettuato una gioiosa cernita a caccia dei potabili, aver memorizzato il nome di ogni autore più o meno celebre, corre ad acquistare un bel gessato. Una puntatina dal barbiere, una dal dentista per lo sbiancamento degli incisivi, et voilà!, Tizio si trasforma in un Esperto di Qualcosa. Fascinosissimo. Scafatissimo. Tutto certezze, bicchieri mezzi pieni e pollici sollevati che manco Fonzie.
Un numero impressionante di aziende ricorre a questi Tizi. Spesso, addirittura, si utilizzano i loro servigi per formare altri Tizi. Gli allievi Top, i migliori, con una bella medaglia sul risvolto della giacca e un diplomino con su scritto “Automotivato Certificato” finiscono per dirigerle, le aziende. Perché hanno capito che la vita è bella, che la-mia-casa-è-la-tua-casa, che non conta quante volte cadi ma quante ti rialzi, e via cianciando.
I Tizi di seconda generazione, rampanti e sorridenti quanto basta, sembrano essere convinti che, al mondo, non esistano che Tizi come loro. 
Forse è per questo che si sentono in dovere di prodigarsi, di darsi al proselitismo. 
Forse è per questo che spulciano libri pieni di aforismi. 
Forse è per questo che si concedono un lessico approssimativo.
Forse è per questo che spiegano ad altri, spappagallando i maestri-Tizi, come fare ciò che loro stessi evitano come la peste bubbonica.
Forse è per questo che camminano così impettiti, nel tragitto porta-poltrona, mentre ti raccontano che la ramazza è fondamentale, per rimanere eretti; o che i negri hanno la musica nel sangue, specie quando non ci sono più le mezze stagioni, ché si stava meglio quando si stava peggio.

Be', forse.

O forse hanno soltanto una scopa nel culo.

2 commenti:

  1. La scopa nel culo e la segatura nel cervello. Odiosi, semplicemente!

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  2. Ommamma i life coach! Per dirla coi trettré "Ammé me pare 'na strunzata!" :D Il pezzo invece mi pare assai bello e "acchiappante", come sempre.

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