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sabato 7 aprile 2012

Pasqua. Con chi voglio.



Ecco fatto, domani è Pasqua. Santa, per chi ci crede. Santa perché risorge Cristo. Eh, ‘nata-vòta. Una ricorrenza la capirei, per carità. Mica ignoro il valore di un compleanno, per esempio. Quello che non riesco proprio a comprendere sono gli inni di giubilo che puntualmente, ogni anno, recitano “Osanna! Gesù è risorto!” (ma non si chiamava Cristo?!). Venerdì ri-muore, sabato tutti a elaborare il lutto, domenica Zacchete!, eccotelo che sguscia fuori dal sudario e, come le paste della comunione, si ripresenta. Che poi, non erano tre, i giorni di catalessi? Uff, davvero non mi ci raccapezzo.

I miei vicini appartengono a una communità tutta particolare: sono neo-catecumenali. E, a me, terrorizzano. A Pasqua, di solito, si dedicano al battesimo di un pargolo, passando la nottata a intingere l’infante nell’acqua santa. Uh, che esagerata! - direte voi - mica potranno avere ogni anno un nuovo figlio dal quale rimuovere il peccato originale (a ri-eh...)! 
Sbagliate. Devono rimpinguare il gregge, allargare la cerchia (non so se mi spiego). 
Quando passeggiano accanto a Don Fastidio - obeso mentore e sommo sacerdote della Community che osserva, torvo, da sotto la tesa del Borsalino - dimenticano di salutarci. Forse perché hanno ricevuto, a nostra insaputa, una “proposta che non avrebbero potuto rifiutare”? O perché non siamo sposati, perché non frequentiamo la chiesa, perché nostro figlio non ha fatto la bustina di tè, né a Pasqua, né a ferragosto, e l’olio santo non gli ha neppure sfiorato la fronte? Siamo fuorilegge. Prima o poi agguanteranno il piccolo e lo raperanno a zero, per controllare che non abbia tatuato, sul cuoio capelluto, un sonoro 666.
Hanno teso una rete oscurante tra il loro giardino e il nostro. Non vogliono che la prole benedetta abbia troppo a che fare con questo bimbetto riccioluto e biondo, candidato al limbo eterno (le spie del demonio - è noto - sanno camuffarsi alla grande). Non si sa mai, magari il furore cattolico dei frugoletti on the road potrebbe squagliarsi, tirando una palla di Ben Ten da qui a lì, o ridendo con il nemico dell’agilità di una cavalletta (per ora, nessuna invasione da segnalare). Ma i cattolici, una volta, non erano quelli che, tra un’ostia e un Amen, ripetevano “Ama il prossimo tuo come te stesso”?
Abbiamo scoperto che anche il nostro pediatra di fiducia fa parte della stessa Community. Il piccolo, ogni volta che incappa in una visita di controllo, piange disperatamente, manco lo squartassero vivo. Abbiamo la fortissima tentazione di cambiarlo, possibilmente piazzando al suo posto un nostro amico medico. Pediatra. Gay. Così magari ci becchiamo la scomunica ufficiale, con tanto di ignominiosa espulsione dall’isola. 
Ché le cose si devono fare per bene, e siamo (poveri) diavoli assolutamente coerenti, noi!
Un’occhiata al polso. Pasqua, tra meno di due ore. Don Fastidio e i suoi accoliti, per un’intera giornata, fortunatamente, saranno in altre faccende affaccendati, e potranno risparmiare fiato, moniti, altrui porte e vernice scarlatta. Roba che mi viene da santificarla sul serio, ‘sta resurrezione...
Per l’occasione, noi ci abbracceremo ripetutamente, ci sbellicheremo per qualche nuova, meravigliosa scoperta del piccolo, ci abbufferemo di cioccolato, e pregheremo un sacco. 
Sono certa che Madre Natura sarà bonaria e ci risparmierà l’acetone.

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