non leggere









martedì 22 maggio 2012

Che pizza!




Una cadenza ritmica necessaria, ecco cos’è. Se all’improvviso sparisse, per una semplice distrazione o magari per magia - come il solito calzino nella lavatrice - non potremmo più maledire il lunedì o ingolfarci di cioccolato a Pasqua. Non esisterebbero i cori, in chiesa, allo stadio, nei cortei autorizzati e in quelli abusivi, ché ognuno andrebbe per conto proprio. Nessuna sveglia ci concederebbe altri cinque minuti a letto, prima del caffè e del dentifricio quotidiani. I giornali non si chiamerebbero così, orfani della nozione di giorno. E la notte, per quanto ne sapremmo, potrebbe diventare infinitamente dilatata e nera. I verbi, dieta o non dieta, perderebbero la loro forma ideale; una catastrofe che neppure Moccia sotto LSD saprebbe imitare (lasciando lucchettari compulsivi a chiedersi se, quei tre metri sopra il cielo, sono, saranno, o siano stati davvero tre).
La povera Goggi vagherebbe, raminga, biascicando “Maledetta... maledetta... uff! Quella roba lì!”, giacché la primavera verrebbe tritata in un amalgama indistinto di secchielli e palette, foglie secche e fiocchi di neve. Chi ama la pizza quattro stagioni, tanto per dirne una, dovrebbe arrendersi al disordine stocastico di una capricciosa qualsiasi.
E povero Bergson! Non voglio neppure pensare alla rumba da tomba alla quale sarebbe costretto, se sapesse di una tale sparizione! Quella della pizza? Ma no, che avete capito?! 
È il tempo, il protagonista.
Io ne sono ingorda. Non mi basta mai. Però ne conosco tanti, di spreconi scellerati! Ci sono quelli che si comprano aggeggi improbabili o cruciverba con tripli salti carpiati per “farlo passare” (ma che è, la varicella?!) e, addirittura, degli autentici killer. Quelli che, per esempio, alle nove del mattino di un sabato assolato non hanno di meglio da fare che venire a fare un giretto al centro commerciale. Sono svogliati, incontentabili, frustrati, maleducati. Ammorbano gli addetti vendita, l’ufficio reclami, direttore, vicedirettore, guardia disarmata e noi cassiere con un unico, preciso scopo: ammazzare il tempo. Potrebbero dormire, andare al mare, mangiare un chilo di fragole, ascoltare Bach, giocare a nascondino, dare l’acqua alle piante, festeggiare un compleanno. E invece no. Tutti lì, gli assassini, a polverizzare gli ammennicoli. 
«Bella ingrata!», penserete, «tiri la paga grazie a loro!». Vero. L’odio per il tempo di quei bipedi incoscienti mi dà lo stipendio. Ecco perché detesto i loro volti.
Quasi quanto il mio.

Nessun commento:

Posta un commento