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giovedì 10 maggio 2012

Direzioni



Il cerchio, al primo sguardo, può apparire simpatico. Piano, compiuto, privo di spigoli e asperità. Ma è chiuso, come sa bene Donna Antonomasia. Un circolo autonomo, con un centro che mantiene, tra sé e ogni punto della circonferenza, la medesima distanza. È la chiave del controllo: il perfetto panottico per annichilire l’alterità, ridurla a elemento compositivo, funzionale a un microcosmo sacro, separato, inaccessibile. 
Ed ecco spuntare la linea. Stretta, asciutta, cocciuta. Chissà da dove parte, lei, e dove arriva, soprattutto! Quando essa si accosta al cerchio, viene in contatto con uno solo degli innumerevoli punti sbiechi. Lo tocca, in un minuscolo dove, in un minuscolo quando. Ed è proprio lì che giace l’indicazione sospirata: un cartello d’aria che dischiude una porta nuova, la via di fuga, la falla nel sistema. 
Non prendetevela con me, dunque. Quando abbandono il filo logico che voi imponete, quando scelgo di andare fuori tema, quando rifiuto l’orto perfetto e immacolato del vostro centro, lo faccio per un innato bisogno di trovare la mia strada. 
Se sta stretto anche a voi, quel cerchio, raggiungete lo svincolo. Fate presto, però, ché non attenderò a lungo. Preparerò una valigia leggera, indosserò i sandali di cuoio e, infilata una mela in tasca, partirò. 
Per la tangente. 
Che sarà pure una deviazione fuorilegge ma, cari miei, tende all’infinito!

1 commento:

  1. Brava Ale. La libertà è figlia del pensiero divergente, quello creativo.

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