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martedì 24 gennaio 2012

Sole in gennaio



Il lutto è una strana epifania. Quando incombe da lungo tempo, nube carica di vento, immersa in una sospensione elettrica, s’impara a conviverci. Ogni gesto richiede cura, va misurato per bene, perché il fiato che rimane nella gola è solo un fondo di bicchiere. 
E dopo l’attesa, tormento quotidiano e sottile, ecco il nembo farsi carne, all’improvviso. Corpo lucido, che lancia l’ultimo sguardo; al giorno, o alla notte, che diverrà un cerchio nero sul calendario di ciascun anno a venire. Come l’agognata maturità dei diciottenni, avrà finalmente forma. E saprà d’aria. 
Le parole, le poche rimaste, mimeranno riti necessari. Ma non si può comprendere la fine, ché siamo sangue e sogni. 
Incapaci di arrenderci, storditi, privati di umane, dolorose crociate da sostenere, rimarremo qui a vivere, stupiti di ritrovare la nostra ombra proiettata sul selciato. “È uscito il sole!”, ci spiegherà un amico. E noi non potremo fare altro che chiedere “E adesso?”

4 commenti:

  1. "Di dolore in dolore, il dolore passerà".

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  2. Meno male che Fossati c'è. Come sono strane, le coincidenze. Un bacio.

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  3. A volte scrivi cose che mentre le leggo sembrano tirate via dai miei pensieri. Una corrispondenza che prende voce...
    E' questo, secondo me, il tuo talento più grande, o quantomeno la parte di esso che più mi piace.
    Grazie :)

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  4. Uau... Non potevi davvero scrivere cosa più gradita, Isa, sotto questo post. Grazie a te. :)

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